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L’informazione medica on line: un caos sotto controllo?

130.jpg Se le tecnologie della comunicazione rappresentino o meno una risorsa per i paesi in via di sviluppo è oggetto di una riflessione ormai più che decennale. Anche i cyberscettici o i cyberprudenti, in genere più propensi a interpretare la diffusione delle nuove tecnologie nel Sud del mondo come un’operazione di mercato particolarmente astuta più che come una vera occasione di crescita, fanno fatica a metterne in dubbio l’efficacia in ambito medico. La rete ha incrementato le possibilità di accesso all’informazione sanitaria, all’educazione e alle cure; ha reso dati, studi clinici, ricerche, forum e articoli scientifici a portata di mouse; ha consentito la nascita della cosiddetta «telemedicina», le cui potenzialità, in termini di formazione, aggiornamento, diagnosi, e assistenza a distanza sono universalmente riconosciute come un pass-partout verso la salute globale.

Un approccio efficace, efficiente e sostenibile, come non hanno mancato di sottolineare a varie riprese studiosi, professionisti, finanziatori e governi riunitisi lo scorso settembre a Ginevra in occasione del Forum Towars Global Access to Health organizzato dall’Ospedale cantonale della città in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della sanità, l’ACNUR, il Fondo Globale, UNAIDS, il Comitato Internazionale della Croce rossa, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, l’UNICEF, il Global Forum for Health Research, il GAVI.
In uno scenario futuribile di scambi, interazioni, condivisione, gemellaggi virtuali e mega banche-dati finalmente affrancate dal monopolio di certe latitudini, il vero problema con cui le grandi fondazioni umanitarie e le organizzazioni internazionali sanno di dover fare i conti non è più l’accesso all’informazione, bensì la sua incontrollabile proliferazione. Per riassumere: se l’intero pianeta si sta adoprando per far sì che anche il medico di un villaggio in Ciad, grazie ad una connessione satellitare, possa accedere alle stesse informazioni del primario del Fatebenefratelli, diventa letteralmente vitale che queste informazioni siano vere. Ovvero non ingannevoli, non influenzate commercialmente, ma verificate, vagliate, scientificamente approvate e autorizzate. In caso contrario lo strumento rischia di trasformarsi in trappola e il giovane medico del villaggio di cui sopra farà bene a lamentarsi del fatto che il giocattolo che gli hanno venduto non funziona come si era immaginato.

D’altra parte, con oltre 4 miliardi di pagine e 20 mila siti a disposizione, è piuttosto facile che qualcosa sfugga. Inevitabili derive della libertà d’espressione? Internet è la terza fonte di informazione più utilizzata, dopo i medici, i libri, i giornali e la tv e prima degli amici e dei familiari. Ma chiunque può mettere un’informazione sulla rete, e spesso quest’informazione è falsa o fraintesa e quindi, visto che si parla di malati e malattie, potenzialmente pericolosa. «La cartilagine di squalo come cura del cancro è un esempio classico del genere di cose che circola attualmente sul web» ha spiegato, a Ginevra, Celia Boyer della organizzazione non governativa Health on the Net (HON), la cui missione è proprio quella di certificare l’attendibilità e credibilità dei contenuti di siti internet dedicati al settore medico.

E questo è il punto. Quale e-government controlla l’e-health? La HON è senz’altro una. Dal 1998 elabora linee guida e codici etici di autoregolamentazione per la certificazione di qualità dell’informazione medico-scientifica on line e monitora i contenuti dei siti, fornendo indicazioni su come redigerli e aggiornarli. La Ong ha già attivato numerose collaborazioni, tra le quali spicca quella con Google, che premette di affinare la ricerca ordinando le referenze sulla base del marchio di qualità HON e una con l’OMS e l’Università di Bamako, in Mali, che ha come obiettivo lo studio delle variabili socio-culturali che condizionano la fiducia nell’informazione virtuale. Altre «fonti autorevoli» sono, per fare solo alcuni tra i nomi più noti, Internet Healthcare Coalition, the Journal of Medical Internet ed Health Summit Working Group.

Tra i tentativi di «disciplinare l’indisciplinabile colmando il fossato tra ricerca e pratica, tra lo scibile e il fattibile» Yvonne Grandbois, funzionario dell’OMS, ha nella stessa occasione presentato la Global Health Library, una piattaforma virtuale che, in vista degli ormai onnopresenti Obiettivi del millennio, si propone di assemblare, selezionare e collezionare il più possibile di informazione relativa alla salute mettendola a disposizione sia in formato cartaceo che elettronico.

Esempi di disinformazione
Pescando a caso tra gli esempi di disinformazione medica ci si imbatte nell’esistenza del Demodex, un batterio che si localizzerebbe nell’encefalo e sarebbe responsabile di deviazioni psicosomatiche gravi, inducendo alla droga e all’alcolismo. Il dr. Nistrianu ed il prof. Frolov, della “Commissione di Sicurezza contro Criminalità e Corruzione” della Federazione russa dichiarano di poterlo individuare attraverso “l’analisi olografica luminescente della pupilla” (intervista su www.edicolaweb.net).
I prodotti a base dell’alga blu-verde chiamata Spirulina sono acclamati in Canada come un eccellente rimedio per il controllo del peso e per combattere il diabete, l’anemia e le ulcere. Il Ministero della Salute ne ha recentemente dimostrato la tossicità (www.hc-sc.gc.ca).
Il cancro, si sostiene, è causato dalla mancanza di ossigenazione dei tessuti, disfunzione curabile con ingestione, infusione o iniezione di perossido di idrogeno (acqua ossigenata) , mentre per “ripulire” a puntino il colon, alla base delle continue intossicazioni cui il nostro organismo è sottoposto, occorrerebbe una terapia a base di digiuno e periodici lavaggi (idro-colon terapia), in grado di “lavar via i residui tossici del nostro corpo” (www.mednat.org).
Il sito www.indiaparenting.com invita le gestanti a calcolare con largo anticipo il sesso del nascituro sulla base di un’antica pergamena cinese (imitato a ruota da www.mamma.it), mentre Imre Somogy, ideatore della Fondazione per la Lettura Dattilologica Fondamentale (www.readingtoes.com) dichiara di saper svelare il “segreto delle dita dei piedi”: grande alluce? notevole abilità verbale e necessità di comunicare. Dita bene allineate? personalità bene organizzata. Alluce arrotondato? tatto e capacità diplomatiche.
Per un’esplorazione a 360° nelle falsificazioni mediche (o para-mediche) del pianeta consigliamo una visita al sito www.quackwatch.com, la più nota fra le organizzazioni in difesa dalle frodi nel campo medico, fondata nel 1969 da Stephen Barrett. 1069 pagine interamente dedicate a indagini sulle pratiche mediche inutili o dannose, alle sollecitazione di leggi per la protezione dei consumatori, al miglioramento della qualità dell’informazione medica su Internet e al monitoraggio dei siti per i consumatori. Una massiccia dose di scetticismo è infine l’effetto collaterale di una visita alla sezione “medicina” del Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale (www.cicap.it)

Articolo e box pubblicati su “Vita non profit magazine”, 2 dicembre 2006

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