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Un paese al tappeto, ecco le cifre

cover.jpgVita mi ha chiesto di raccogliere informazioni da Ginevra per lo speciale Iraq. Prima d’ora non avevo mai scritto di una guerra in corso. Il pezzo è apparso sul numero del 26 novembre 2006.

Oltre 3 milioni sfollati e rifugiati: sette iracheni su dieci non hanno accesso all’acqua potabile, scappano insegnanti e infermieri. E l’inverno è alle porte

Nel rapporto dedicato alla situazione dei diritti umani in Iraq del 22 novembre, l’Unami, la Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Iraq ha stimato a 7.054 il numero di civili uccisi tra settembre e ottobre (351 donne e 110 bambini), di cui non meno di 4.984 a Bagdad. Solo in ottobre 3.709, il numero più alto dal marzo 2003. La maggior parte delle vittime sono morte a seguito di ferite da arma da fuoco.«La violenza sta raggiungendo livelli allarmanti in molte parti del Paese», si afferma nel comunicato dell’Unami.

Il numero di detenuti nelle carceri, aggiornato al 31 ottobre, è di 29.256. Meno di quanti ne risultavano alla fine di agosto (35.543).

Secondo Dhafir Hussein, direttore degli uffici della Luna Rossa irachena a Karbala, «gli sfollati nella nostra provincia sono 80mila. Il 70%, circa 50mila persone, vive nelle tende da campo montate nel parco centrale della città, nelle moschee o in edifici abbandonati. Il 30% è andato a vivere nelle case dei parenti o è riuscito ad affittare un appartamento ». In preparazione dell’inverno la Luna Rossa sta provvedendo alla consueta distribuzione di coperte (quattro per persona), lampade, sapone e pentole.

La situazione della provincia di Karbala è un indicatore di quanto sta accadendo nel resto del Paese. L’Idmc – Internal Displacement Monitoring Center stima che gli sfollati aumentino di 50mila unità ogni mese.

Il governo iracheno, in accordo con i dati delle Nazioni Unite, parla di oltre 1,6 milioni di sfollati e 1,8 milioni di rifugiati soprattutto in Siria e Giordania. Al ministero delle Migrazioni iracheno sono registrati 200mila senza tetto e secondo i dati raccolti dal ministero del Commercio, da ong locali e dall’Alto commissariato per i rifugiati, ogni mese fuggono da Bagdad 16mila persone.

Secondo il ministero dell’Educazione iracheno, 210 insegnanti sono stati uccisi nella capitale da febbraio, e 3.700 sono fuggiti dal Paese negli ultimi mesi. A questi si aggiungono 160 infermieri.

L’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni che sta procedendo ad una analisi delle necessità in tutte e 15 le province irachene, ha lanciato a metà ottobre l’allarme per la provincia di Kirkuk. Secondo il rapporto, gli sfollati mancherebbero anche dei servizi più basilari: cibo, assistenza sanitaria, elettricità, acqua.

L’acqua è l’emergenza numero uno anche nella provincia meridionale di Muthanna: il 60% degli sfollati non ne ha regolarmente. Secondo i dati dell’Oms il 69% della popolazione non ha accesso all’acqua potabile e il 19% non ha accesso al sistema fognario. Il 14 novembre è stata lanciata la seconda campagna nazionale di vaccinazione contro la poliomielite, destinata a proteggere 4,8 milioni di bambini iracheni: 5.400 unità mobili hanno percorso il Paese in lungo e in largo.

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