in Vivere altrove

Appunti d’estate

Appunti d’estate. C’è un’isola, dove all’ora del tramonto tutto il paese scende dalle biciclette e si ferma per giocare a pétanques, compreso il prete. Sull’isola, ogni sera, Marius, che avrà sì e no sette anni, fa giochi di magia per i passanti e Louis vende cartoline disegnate da lui, illuminandole con la pila. C’è un’ autostrada, dove ti consegnano la spesa al casello. C’è un sentiero di montagna, ripido ripido, che sembra la gradinata di una cattedrale, anche se alla fine arrivi ad un lago (ma chi è che scolpisce le montagne per noi?). C’è una spiaggia e sulla spiaggia un castello che riproduce esattamente il forte di Bard all’ingresso della Valle d’Aosta. Davanti alla spiaggia un mare azzurro come lo disegnano i bambini. C’è una pensione, arrampicata su un glicine, con le mura gialle e il pavimento di cotto, dove il menu per bambini prevede salmone, riso nero e ratatouille, perché, in fondo, il mondo sa ancora sorprenderci. C’è un amico, scomparso in Darfour, e un collega, rapito in Libia e restituito. Perché il mondo sa come farci paura. C’è una piazza con gli alberi tutti bucati e, se guardi bene, i folletti che ci abitano dentro.

C’è profumo di anice, un molo con barche che sembrano navi, marinai che sembrano modelli e un negozio pieno zeppo di olive di cioccolata, rosse, verdi e nere. C’è una città, oltre una cortina che c’era ma ora non c’è più, dove tutto è enorme e ogni cosa è separata da immensi spazi vuoti: un parco, un parcheggio, le rovine di un albergo da tremila camere che nessuno avrà mai la forza di ricostruire. C’è un caffè, nella città oltre cortina, con piccoli tavoli e tanti libri alle pareti, un pianista e due violinisti che suonano pop-folk, ragtime e musica tradizionale russa. Ai piedi di un monte altissimo e bianco c’è una cittadina dove, sulla stessa strada, passeggiano coppie in sandali, passeggini e alpinisti in scarponi con due zaini sulle spalle e tre piccozze. Perché c’è ancora chi ama prendere dei rischi per il puro piacere di guardare il mondo dall’alto.

Pubblicato su “La Stampa” il 16/9/2011.

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