in Vivere altrove

Basta avere un piano

Sandra sprigiona un’energia contagiosa. È imponente, determinata, irrefrenabile, e mentre ti parla, con indosso una tuta blu e un paio di robusti stivali, scandisce le parole una ad una, guardandoti dritta negli occhi. Una roccia, penso. Nel 1985 ha iniziato a studiare per fare il meccanico e nel 1993 ha aperto la sua officina. Una donna. Meccanico. In Nigeria. Che apre una sua officina. Difficile anche solo immaginarsi che cosa abbia dovuto sopportare, in un paese in cui una donna su tre tra i 15 e i 25 anni ha subito una qualche forma di violenza. Picchiata dal marito, dal padre o dai fratelli. Violentata per strada. Mutilata quando era bambina. Un paese in cui il 69% delle donne non sa leggere né scrivere.

Ma lei, Sandra, alias Mrs Aguebor-Ekperouoh, non si è lasciata spezzare o intimidire. E una volta diventata meccanico, nella sua officina ha formato, durante un apprendistato di tre anni, oltre settecento ragazze. Grazie a lei adesso tutte hanno trovato lavoro in altri concessionari o hanno aperto una loro officina, dove danno ordini a manovali, uomini. Lady Mechanics. E così che tutti la conoscono, ormai. Anche quelli che all’inizio non facevano che scoraggiarla.

Una donna visionaria, coraggiosa, ma anche terribilmente pragmatica. Un carro armato, dice lei. Fiera, orgogliosa, indomabile. Le sue studentesse sono ragazze che hanno abbandonato gli studi, orfane, prostitute. «La vostra salvezza non è in Europa» spiega loro Sandra, allungando le vocali alla fine delle frasi e puntando l’indice al cielo. «Imparate ad usare le vostre mani. Oh. Imparate ad aggiustare carburatori e motorini d’avviamento e sistemi di condizionamento. Oh. E smetterete di dipendere da qualcuno per mangiare la sera. Smetterete di sognare l’Europa e scegliete di diventare qualcuno. Oh». Sandra è Lady Mechanics da 29 anni. Ha aperto officine a Lagos, Benin, Kaduna and Abuja. È anche la madre di 6 figli e quando le si chiede qual è il segreto, lei risponde tranquilla: «Basta avere un piano. Un piano, e una strategia».

Pubblicato su «La Stampa»,«Torinosette», il 19 settembre 2014.

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