“Hello, my name is Giulia. I play flute and I’m from Italy” scrive sul suo quaderno d’inglese. “I’m from Italy”. Ha scritto proprio così, e di fianco ha disegnato una Mole Antonelliana un po’ sbilenca. Strana cosa davvero, l’identità. Cosa sarà mai l’Italia, mi chiedo, per lei che non ci è nata né cresciuta. Qualcosa di più delle montagne e delle spiagge che scopre in vacanza, un anno sì e uno no? Delle chiese e dei musei che visita, ogni volta che se ne presenta l’occasione? Della lingua che si parla a casa, ma non con gli amici, e che si legge sui libri, ma non su quelli di scuola? Qualcosa di più del parmigiano, del pesto fresco e dell’olio che arrivano regolarmente in casa, immancabili regali di premurosi visitatori? (…)