in Vivere altrove

Un’estate in montagna

Quest’estate ho camminato su sentieri nel bosco, pietraie assolate, creste vertiginose e prati ricamati dalle tane di marmotte. Ho sudato e faticato su pareti gialle e grigie, ho tremato di freddo sotto neve e grandine e pioggia e ho sospirato di sollievo togliendo gli scarponi la sera o semplicemente mettendo i piedi in un ruscello.

Un’estate in montagna. Hanno dovuto convincermi, lo scienziato e la figlia, per togliermi il mare dalla testa, lo ammetto. Alla fine, esitante, ho ceduto. Non che non ami la montagna. Anzi. Però, nella breve pausa estiva, tendo a preferire destinazioni che permettano di mettere in pausa. Dall’andare, dal correre, dalle scadenze, dagli obiettivi. L’ozio, sdraiata al caldo, con un libro in mano e il respiro regolare delle onde e delle cicale. La montagna invece. Nella mia famiglia ti tira su dal letto alle sette del mattino quando il cielo è terso e le cime nitide e ti chiama all’azione, all’equilibro sui sassi in punta di piedi, allo sforzo, prima seducendoti peggio di una sirena, poi del tutto indifferente alle tue ridicole, umane conquiste.

Sono stata in Italia, come spesso accade a chi vive all’estero. Il ritorno, per gli emigrati, è già di per sé una vacanza. Dalla quotidianità di una lingua straniera e dal costante ancorché millimetrico esercizio di adattamento ad un altro paese, quale che esso sia.

Camminando su tracciati spesso militari ho ripassato la Storia e scoperto storie che avevo scordato o forse mai saputo. Come quella degli abitanti di Fiera di Primiero che sfollarono a Manduria, in Puglia, all’avanzare delle truppe austriache. La guerra è la Prima. Trincee, neve, linee che avanzano a colpi di baionette, tradotte. Difficile immaginarsi, oggi, l’incontro tra un piccolo paesino del trentino e uno della Puglia. Ad azzerare la diffidenza il cibo, in particolare i pomodori del sud, e la cultura, il fatto cioè che i trentini sapessero leggere e scrivere e dunque potessero tradurre la corrispondenza dal fronte. Una lezione senza tempo, direi, in montagna come al mare.

Pubblicato su la Stampa il 1/9/2017

Cima Canali e Sass Amor dal Rifugio Pradidali (Foto di Marco Delmastro)

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