in Vivere altrove

Il giorno in cui impari qualcosa di nuovo sul corpo delle donne da un ingegnere texano

Lui è un giovanotto americano. L’occhio azzurro, il capello riccio scuro e questi denti bianchissimi e dritti, che solo in America.

 Si chiama Seth e in una mattina di fine settembre mi ha raccontato la storia della sua vita. Di quando era un atleta in Texas e di come abbia avuto per questo accesso alle scuole e università migliori. Di come già a 15 anni sapesse di voler diventare un ingegnere finanziario e di come in effetti lo sia diventato qualche anno dopo.

A ventitré anni l’ex-atleta è già ricco, a 25 è ricco sfondato. Neanche trentenne, la sua vita, privilegiata e lineare come una corsia d’autostrada, non fa una piega.

Lo ascolto tra l’ammirato e l’annoiato, come guardando un film di cui, dopo il primo quarto d’ora, sai già la fine. Finché Seth, l’ingegnere finanziario multimilionario texano, si mette a parlare d’ingiustizia, prendendomi un po’ alla sprovvista. Un giorno è in macchina e sta ascoltando un programma alla radio dedicato alle lotte per i diritti civili in America. Un’attivista parla di Selma, dei pestaggi, del coraggio che ti viene quando sai che stai lottando contro un’ingiustizia talmente palese, che proprio non c’è spazio per le zone grigie. E tu ti butti, anima e corpo, e rischi la vita e niente conta di più.

Seth frena, esce dalla macchina, guarda il cielo, si guarda i piedi, rientra in macchina e decide di iniziare a combattere l’ingiustizia.

Già me li vedo i cinici, che a questo punto della storia scoppiano in una sonora risata tenendosi la pancia. Ma ci avete mai pensato, voi, a scegliere una delle tante ingiustizie che ci sono al mondo e a dirvi: da oggi tutte le mie energie e il mio tempo saranno dedicate a fare in modo che non esista più?

L’ingiustizia che Seth ha preso di mira non ha niente di sexy. Non ci ha fatto campagne autopromozionali o selfie da condividere. Si tratta della fistola ginecologica, un “problema sistemico”, come lo definisce lui, che affligge 2 milioni di donne al mondo e che si può risolvere con un’operazione da 200 dollari. Io neanche sapevo cosa fosse. Il giorno in cui impari qualcosa di nuovo sul corpo delle donne da un ingegnere texano è un giorno che, insomma, vale la pena.

Pubblicato su La Stampa il  13/10/2017

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Commento

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  1. Brava Irene, al solito scrivi in maniera incantevole! Ma non capisco una cosa: cosa unisce “Selma, pestaggi e coraggio” con la fistola ginecologica? Grazie…!

  2. Il filo rosso che lega Selma alla fistola ginecologica e’ l’ingiustizia. Quella razziale che combattevano i militanti durante la marcia per i diritti civili e quella che Seth ha ‘scelto’ come obiettivo della sua lotta. La fistola e’ un problema strettamente correlato alla condizione di vulnerabilita’ della donna che non ha nella maggior parte dei casi ricevuto assistenza medica ne’ prima ne’ durante ne’ dopo il parto.