in Vivere altrove

Se un alieno sbarcasse sulla Terra

Se il famoso alieno sbarcato sulla Terra non atterrasse in Italia, tra politicanti faziosi, saccenti e ipocriti, ma capitasse, mettiamo, a Losanna, in Svizzera, nella settimana del Prix de Lausanne, tra giovani provenienti dai quattro angoli del mondo, accomunati da una forza straordinaria che li anima: l’amore per la danza. Penserebbe, l’alieno in questione, che gli esseri umani sono creature talentuose, ricche di grazia e di poesia, capaci di disciplina, rigore e di passioni trascinanti. Li saprebbe del tutto indifferenti al colore della pelle, alla forma degli occhi, o al genere, e ripartirebbe piroettando per Alfa Centuari, innamorato dell’umanità, orgoglioso, un pelo invidioso di tanta bellezza, e certo felice.

Se lo stesso alieno sbarcato sulla Terra non atterrasse in Italia, tra cittadini superbi, cinici e smaniosi di possesso, ma finisse, mettiamo, in Belgio, tra le migliaia di adolescenti scesi in piazza per ricordare agli adulti le loro responsabilità in materia di cambiamento climatico. Penserebbe, il nostro alieno, che gli esseri umani sono creature tenaci, capaci di grandi ambizioni e coraggiose di fronte ai sacrifici necessari per realizzarle. Sentirebbe, in quei ragazzi, un desiderio di fare bene e di fare del bene, una voglia di cura, di giustizia. Un’urgenza, quasi, in nome di qualcosa di molto più grande di loro. E ripartirebbe per Vega ispirato da tanta energia, innalzando un cartello preso a prestito dalla folla, con su scritto “skolstrejk för klimatet” (sciopero per il clima), per sentirsi un po’ anche lui parte di una lotta planetaria necessaria.

Se il nostro alieno sbarcato sulla Terra non atterrasse in Italia, almeno non in quella che sembra occupare tutto lo spazio e tutto il tempo, ma in quella sotto attacco, insultata, maledetta, quella che ogni giorno, giovane o vecchia, ricca o povera, caparbiamente, suda, studia e costruisce, con le sue azioni, un mondo all’altezza dei sogni dei suoi figli, penserebbe, l’alieno, rientrato su Altair, che gli esseri umani sono folli e irrazionali, ma che forse, sotto sotto, c’è ancora speranza.

Pubblicato su La Stampa il 15/2/2019.

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