in Vivere altrove

Vivere altrove… i cicli della vita

viverealtrove_20060119.jpgSembra inspiegabile. Il calendario ti dice che vivi a Vienna, Parigi o Monaco da parecchio ormai, ma tutto ha ancora un’aria tremendamente passeggera. Transitoria. Fugace. Reversibile, quasi. Sì perché all’estero, dove quasi certamente frequenti quella che si chiama la «comunità degli espatriati», la vita ha la caratteristica di essere ciclica, come le care e vecchie stagioni. Scandita da flussi migratori continui, arrivi e partenze senza tregua. Manco fosse un aeroporto. A volte si tratta di tre mesi, a volte di sei. Se siete fortunati, avete ottenuto un contratto di uno o due anni.

La chiamano «mobilità» e, va da sé, si basa sul fatto che le persone – e la loro forza lavoro -, si muovano. Tautologico, direi. Comunque. Quando ho saputo che il mio orizzonte temporale transalpino superava i quattro anni mi son detta che era dai tempi dell’iscrizione all’Università che non avevo una prospettiva così dilatata. Ma ho scoperto che è cosa rara potersene stare fermi in un solo posto per quasi un lustro.

Quando capita, è il mondo intorno a te che continua a girare, vorticoso. E dunque tu coltivi amicizie, instauri relazioni, organizzi pranzi e cene con l’entusiasmo di un novellino, ma presto o tardi capisci che è solo questione di tempo. Che, fatta salva qualche rara eccezione, i visi seduti intorno alla tavola l’anno successivo saranno diversi, i colleghi saranno cambiati, persino i vicini di casa avranno preso il volo. Non è un dramma, mi direte. Basta farsi la tessera Ikea. Ma questo turbinio di inaugurazioni e partenze richiede un’elasticità emotiva sovrumana per chiunque non sia più in età da Erasmus. Impone una ginnastica cardiaca che neanche Yuri Chechi. Mica mi viene naturale trattare le persone come fossero una cassettiera «Malm» o una poltrona «Poang». Che quando te ne vai le vendi e dovunque ti porterà la vita te ne ricompri una identica. Magari cambiando solo il colore della federa.
Pubblicato su «La Stampa», venerdì 28 settembre 2007.

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