in Vivere altrove

Vivere altrove…e il maestro Jedi

viverealtrove_20060119.jpgMarco è un fisico delle particelle. Si è laureato a Torino e dottorato a Milano. Per quattro anni ha fatto coraggiosamente parte dell’esercito di pendolari che dormono in Piemonte e lavorano in Lombardia. Da borsista, gli affitti alle stelle della città da bere non erano un’opzione praticabile. Ogni tanto, per farsi un regalo, si comprava l’abbonamento all’Intercity e dormiva mezz’ora di più. Un giorno l’ho persuaso che se continuava così sarebbe morto giovane, e lui ha annuito in silenzio.

È partito tre anni fa. Adesso ha un ottimo stipendio, lavora a 11 minuti dall’ufficio e recentemente gli hanno pure comprato un portatile nuovo. Ignora quanto durerà questa nuova, privilegiata vita da “cervello in fuga”, ma sa, quasi per certo, che in Italia non ha molte speranze di rientrare. Lo scorso autunno ha seguito con apprensione le discussioni sollevate dalla proposta di riforma del sistema della ricerca italiano. Sul suo comodino, a Natale, L’Università truccata ha scalzato, per qualche giorno, La fisica dei supereroi. A cena disquisiva con fervore di abolizione dei concorsi, proliferazione perversa degli atenei, governance universitaria, clientelismo e nepotismo. E un giorno Bill si è fatto vivo. Bill è un professore americano che ha fatto da relatore alla sua tesi di dottorato. Da allora è un po’ come se fosse il suo maestro Jedi. Con un articolo in ballo, niente di più naturale che interpellarlo per un’ultima revisione linguistica. Bill-Yoda, con un fair-play tutto anglosassone, ha accettato di rileggere il testo correggendo puntigliosamente gli “at” in “to” e i “therefore” in “however”. Ed ha anche ammesso, candidamente, di essere stato contattato dalla rivista per dare un giudizio proprio su quel lavoro, e di aver preferito declinare in quanto si sentiva “troppo vicino”, e non era pertanto il referente ideale per formulare un “giudizio obiettivo”. In Italia, ha commentato il giovane Padawàn sentendo un brivido nella Forza, il ti-conosco-dunque-ti-valuto-e-se-posso-ti-aiuto risponde ad una logica diametralmente opposta. La stessa che lo ha spinto oltre frontiera.

Pubblicato su “La Stampa“, venerdì 16 gennaio 2009.

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