in Vivere altrove

Davvero non hai mai visto l’aurora boreale?

Una mattina fredda d’inverno. Un parcheggio. Il vento gelido. Ghiaccio e neve alle porte di Ginevra. Davanti al baracchino che distribuisce caffè, aspetta la navetta. Non è da solo, ma nessuno dei presenti parla, forse per paura di raffreddarsi le gengive. Starsene zitti è come continuare a dormire.

«Ehi!» gli grida, avvicinandosi energico, a balzi. « …ehi…» risponde lui, con un po’ meno convinzione. «Cosa ti porta qui?». «Io ci lavoro qui». «Ah, wow!», dice, con un entusiasmo che gli sembra troppo. «E tu? Cosa ti porta qui?» ribatte, esitando. Si sta raffreddando le gengive. E sta raffreddando anche il caffè. «Sono venuto a visitare il laboratorio di particelle. Sono australiano. Mi sono preso un mese per girare l’Europa. Ieri ero in Polonia. Due giorni fa in Austria, a sciare. Lo sai che non affittano le tute da si, in Austria? Noi, in Australia, affittiamo tutto, anche i calzini». Si guardano. Si sente vagamente in una scena di «Aspettando Godot». «E, insomma, prima dell’Austria sono andato a vedere l’aurora boreale. È uno spettacolo davvero incredibile. Una meraviglia. Tu l’hai vista?». «A dire il vero, no, non ancora», risponde intimidito.

«Ma come? E perché?». «Bah, non è che c’è un vero motivo. In effetti non sono mai stato in Scandinavia». «Ma daaaaai, non ci posso credere. Eppure basterebbe un attimo!». «Insomma, non è che sia proprio dietro l’angolo». «Come no? Certo. Guarda, basta che la sera controlli le previsioni del tempo. Se danno bello, la mattina prendi l’aereo e il treno, la sera sei già lì che guardi l’aurora boreale, che è lo spettacolo più straordinario che si possa immaginare, e poi torni indietro. In un fine settimana ce la fai. Non ci credo che non l’hai mai vista». … «Comunque, domani vado a Lione, poi a Parigi, poi a Londra. E poi rientro a casa, dove devo ricominciare a fare centinaia di chilometri anche solo per andare al cinema». La navetta è arrivata. Dopo un breve saluto, sale. D’improvviso, il viaggio verso Annecy gli sembra più breve, e l’aurora boreale, incredibilmente vicina.

Pubblicato su “La Stampa” l’8/2/2013.

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