in Vivere altrove

Tasse e premi Nobel

Lo confesso. Qui e ora. Senza bisogno di spie o liste o leaks o inchieste esclusive sui settimanali. Ho un conto in Svizzera. In una banca svizzera. Un piccolo conto in una banca svizzera, ci terrei a dire, tanto piccolo che quando mi sono informata se casomai potevo investire qualcosa, l’addetto alla banca svizzera in questione ha riso. E si è pure tenuto la pancia, mentre rideva.

Comunque ciò non toglie che ho un conto in banca in Svizzera.

Non sono le dimensioni che contano.

Certo la rivelazione è meno eclatante quando la si leghi al fatto che lavoro in Svizzera. Però – perché c’è sempre un però – ho anche un conto in Italia e uno in Francia. In Francia ci vivo e ci lavora mio marito e in Italia possediamo un piccolo appartamento. Confessione per confessione tanto vale essere del tutto trasparenti. Tre paesi, tre conti. Un solo passaporto. Sembra facile. Sembra, ma non lo è. E le tasse? Già le tasse. Le pago, ovvio. A ciascuno secondo i suoi bisogni, da ciascuno secondo le proprie capacità, no? Le pago, senza lamentarmi, in tre posti. E se raccontassi anche solo la punta dell’iceberg che è il labirinto fiscale-finanziario che i tre Stati simpaticamente mi impongono (con burocrazie che in alcuni casi neanche in Corea del Nord), sono certa che vincerei il Nobel per l’economia. Il che mi porta dritta al punto. Perché c’è sempre un punto.

In una delle ahimè numerose sessioni familiari dedicate al mensile dipanare del gomitolo fiscale-finanziario in cui sono avvolta (o direi piuttosto strangolata) scopro che, se tutti, con un po’ di impegno, possono vincere il Nobel, non tutti ci pagano le tasse sopra. Dipende. Non dal Nobel o dall’onestà della persona che lo riceve, ma dalla residenza. Alcuni Stati infatti lo considerano un reddito imponibile (ad esempio l’Italia), altri no (ad esempio la Francia). Così se vivendo in Francia e lavorando in Svizzera, ti capita di vincere un premio per un’opera d’ingegno in Italia, la vita in bilico tra tre frontiere, complice una rara ed irripetibile alchimia, per una volta, ti può anche sorridere.

Pubblicato su “La Stampa”, 6 marzo 2015.

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Commento

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  1. in bocca al lupo…
    complimenti al tuo blog…e (non c’entra nulla) un abbraccio ad Oliver

  2. in bocca al lupo per il premio d’ingegno intendi? Quello l’ha vinto lo scienziato.. 🙂

  3. in bocca al lupo per la lotta con la burocrazia…
    si lo so che lo scienziato vince tanti premi 😉
    ri-complimenti per il tuo blog…e auguri per oggi!