in Vivere altrove

Espatriati e immigrati: un po’ di analisi

In cima alla lista c’è il Bahrain, seguito da Taiwan e dall’Ecuador. All’ultimo posto – il 68° – il Kuwait, preceduto dall’Arabia Saudita e dall’India. La classifica, stilata ogni anno da InterNations sulla base di un sondaggio condotto su oltre 18000 espatriati appartenenti a 178 nazionalità, riguarda i paesi in cui la qualità di vita per uno straniero, residente e professionista, è ritenuta migliore. I fattori considerati variano dalla facilità d’insediamento all’ambiente di lavoro, dal costo della vita alla cordialità degli abitanti del paese ospitante, dall’accesso ai servizi sanitari alla complessità del sistema fiscale, dalle condizioni del traffico stradale alle prospettive di carriera, in genere o specificatamente per una donna.

L’Italia, stretta tra il Perù e la Grecia, al suo 61° posto (su 68) è, spiace dirlo, una meta sempre più impopolare per chi espatria. Il rapporto “Expat Insider 2018” permette di fare una cosa che siamo sempre meno abituati a fare: un po’ di analisi.

A chi decide di vivere nel nostro Paese – lo psicanalista tedesco, l’artista argentino, l’economista inglese, il dentista rumeno, per intenderci – l’Italia piace per il clima, la sensazione di sicurezza, la posizione centrale che permette di viaggiare facilmente e l’accoglienza della popolazione, malgrado le non rare difficoltà linguistiche ad esprimersi in una lingua diversa dall’italiano. A preoccupare invece gli stranieri che abitano sul nostro territorio sono soprattutto l’instabilità politica, le scarse prospettive di carriera, la qualità dei servizi all’infanzia e in generale dell’educazione, il ritardo digitale.

Gli Italiani all’estero, d’altro canto, emigrano di preferenza in Germania, Svizzera e Inghilterra e, nella stragrande maggioranza, lo fanno per motivi di lavoro. Sono, in maniera percentualmente uguale, donne e uomini, ed hanno in media quarant’anni. Il 56% è titolare di un diploma universitario, il 13% di un dottorato di ricerca. Uno su quattro soltanto ritiene probabile un suo rientro in patria.

Pubblicato su La Stampa il 10/11/2018.

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