in Vivere altrove

Dalla percezione distorta alla dittatura della percezione

In Marocco, malgrado tutti gli indicatori economico-sociali indichino una riduzione della povertà, cresce ogni giorno il numero di quanti si sentono più poveri. “Sentirsi” più poveri non vuol dire “essere” più poveri, eppure la percezione soggettiva di un fenomeno, quand’anche si discosti dai fatti, non va trascurata. Questo disallineamento tra dati reali e percezioni distorte capita, e sempre più spesso, anche in Italia, dove, ad esempio, il numero dei reati cala, ma la sensazione di insicurezza cresce. 

Viviamo in un mondo dominato dalla percezione, e, in generale, temo non sia una buona notizia. Pensate solo alla temperatura: “Il termometro segna 25 gradi, ma la temperatura percepita è di 32” recitano, con poche eccezioni, le radio d’estate, dando per assodato che la misura indicata da un termometro sia ormai diventata qualcosa di assolutamente relativo. 

È un luogo comune osservare che il personale è politico, eppure mai come oggi i meccanismi psicologici, i comportamenti individuali e la dimensione etica di ciascuno di noi ha ripercussioni planetarie, che tali meccanismi siano in origine fondati su dati reali o “percepiti”.

Il passaggio dalla percezione distorta, ad una vera e propria “dittatura della percezione” è talvolta rapido e apparentemente indolore. Se la percezione è non più del singolo, ma sistematica, infatti, diventa prevedibile e quindi, in qualche modo, strumentalizzabile. Lo spiega molto bene Hannes Grassegger, economista svizzero e giornalista di “Das Magazine” in un articolo in cui si racconta la trasformazione a tavolino del magnate e filantropo George Soros in “nemico perfetto” (quello che tu puoi colpire continuamente senza che lui possa colpirti mai) da parte di Finkelstein e Birnbaum, due consulenti politici di importanti leader come Nixon, Netanyahu e Orbán. L’individuazione di un nemico comune la cui immagine, gravemente alterata dalla realtà, risponde però alle convinzioni distorte e alle paure di una larga parte della popolazione, diventa, grazie ai due analisti, un efficacissimo metodo di costruzione di consenso.

Pubblicato su La Stampa il 29/3/2019

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