Un mercoledì notte, mi sono messa in coda, tardi, tra i tir. Ho superato il traforo del Monte Bianco ascoltando un podcast sulla Resistenza Perfetta, cullata da un familiare accento napoletano. Ho cercato invano di star sveglia, mentre la macchina correva sull’autostrada tra Aosta e Ivrea. Probabilmente l’ascolto in traduzione simultanea della testimonianza di un nordcoreano sfuggito al campo di prigionia non è stata una scelta particolarmente felice. Mi sono addormentata mentre lo scienziato tirava giù il finestrino dell’auto e si rinfrescava il volto. Mi sono risvegliata a Torino, con tre giorni interi davanti. Erano mesi che non succedeva e il sole brillava. (…)